E' vero, la vendetta non è un oggetto. Tantomeno un oggetto perduto. Ma la creatività è da premiare, e quest'uomo ferito, tradito, perduto (?), che da almeno due anni affigge con cadenza quasi giornaliera messaggi di questo tipo a un palo di Via Somis, merita di essere citato. Ci vuole scienza, ci vuol costanza (citazione! Chi la indovina merita tanta stima) e passione a perseverare nella vendetta, contando i giorni, usando un mezzo desueto che non fa altro che attirare ancora di più l'attenzione: in Via Somis c'è sempre qualcuno fermo davanti al pizzino del giorno. Funziona meglio di un'azione di marketing ben congegnata, tanto che più volte mi sono chiesta se non si trattasse di un esercizio di stile, genialmente architettato con i debiti errori grammaticali, la calligrafia un po' infantile in stampatello minuscolo. Probabilmente no. La parte lesa ci racconta una storia sconnessa, con riferimenti che non dobbiamo capire, perché sono rivolti a questo "avvoltoio e iena bestia incrociata". Nella storia compaiono diversi attori: la vittima, l'avvoltoio/iena, Ronaldo, le mozzarelle (!), nonché le sotto citate Maria e Carlotta (brutta cosa comparire unicamente come pretesto per fare rima con 'otta) che si avvicendano nel corso dei mesi e dei pizzini. Lancia anatemi, maledizioni e arriva a costruire fantasiosi collage di testo e immagini della mozzarella Santa Lucia. E, minaccia delle minacce, preannuncia la strofa successiva (ora ormai conta in giorni)!
Questo è un appello: voglio conoscerlo, il vendicatore di Via Somis. E voglio essere sua amica, sia mai...
Questo è un appello: voglio conoscerlo, il vendicatore di Via Somis. E voglio essere sua amica, sia mai...